
Ma quanto “fumano” i bambini?
a cura del: Dott. Giuseppe Baviera Pediatra. Allergologo, Broncopneumologo Studio Medico Pediatrico - Via Collatina 91 -Roma www.docvadis.it/giuseppe.baviera Sembra incredibile ma i genitori che fumano molto spesso non hanno idea di quanto facciano “fumare” i loro bambini in via indiretta. La percezione comune è che basti non fumare in presenza dei loro figli o fumare in casa o in macchina il loro assenza per evitare che inalino fumo e sentirsi in pace con la propria coscienza. Molti genitori interrogati su come facciano per evitare di fumare in presenza del bambino, rispondono che vanno a fumare in balcone (eppure andando in giro per la città non vedo mai persone che fumano fuori…) o fumano in un’altra stanza o si accendono la sigaretta in camera davanti alla TV dopo che il bambino è andato a dormire. In questa maniera potranno evitare i danni da fumo di “seconda mano” quello cioè che viene emesso dal fumatore e si diffonde nell’ambiente in presenza del bambino che lo respira passivamente, ma non possono evitare un “fumo” più subdolo e velenoso: il “fumo di terza mano”! “Fumo di terza mano” è un termine coniato dal gruppo di Winickoff nel 2009 [1] e rappresenta un concetto relativamente nuovo riferito alla contaminazione da fumo di sigaretta che rimane nell’ambiente dopo che la sigaretta è stata spenta. In pratica si tratta del “cocktail” di tossine, una miscela invisibile e tuttavia fortemente tossica di gas e particelle, che resta attaccata ai capelli e ai vestiti di chi fuma oltre che agli abiti, ai rivestimenti, ai tappeti e tessuti in genere e che permane a lungo, anche quando il fumo passivo (di seconda mano) non è più presente in una stanza. Gli studi hanno scoperto che può essere rilevato in polvere e superfici di appartamenti anche più di due mesi dopo che i fumatori hanno lasciato l'area. Metodi di pulizia comuni come passare l'aspirapolvere, pulire e ventilare non si sono dimostrati efficaci nel ridurre la contaminazione da nicotina. Tra i residui del fumo vi sono metalli pesanti, agenti cancerogeni e perfino sostanze radioattive che i bambini piccoli si ritrovano facilmente sulle mani e ingeriscono inconsapevolmente, specialmente se sono nell' età in cui si gattona o si gioca sul pavimento. Tra le sostanze presenti nel fumo di terza mano vi sono cianuro di idrogeno, usato nelle armi chimiche, butano, utilizzato come combustibile negli accendini, toluolo o metilbenzene, reperibile nei diluenti delle vernici, piombo, monossido di carbonio, e perfino polonio-210, la sostanza cancerogena fortemente radioattiva che è stata utilizzata per assassinare nel 2006 l' ex spia russa Alexander V. Litvinenko. Complessivamente, undici delle sostanze presenti nel "fumo di terza mano" sono da ritenersi gravemente cancerogene. [2]. Dalla definizione del fumo di terza mano sempre più lavori scientifici ne dimostrano la pericolosità nei confronti dell’organismo quale induttore di patologie spesso inimmaginabili come correlate ad esso. Si è visto infatti che il fumo di terza mano è implicato nel ritardo di rimarginazione delle ferite [3] o nell’aumentato rischio di patologie tromboemboliche a chi vi è esposto [4]. Recentemente uno studio pubblicato su Plos One [5] aggiunge un ulteriore rischio riscontrato con i topi: il residuo di sostanze tossiche favorisce la resistenza all'insulina, l'anticamera del diabete di tipo 2. Dal punto di vista dei danni cellulari, si è scoperto che il fumo di terza mano può causare la rottura di entrambi i filamenti del DNA, nonchè un danno ossidativo al DNA, che può portare alla mutazione del gene. La genotossicità è associata con lo sviluppo di malattie ed è un meccanismo fondamentale, responsabile di molti tipi di cancro causati dal fumo. Quando la nicotina del fumo di terza mano reagisce con l'acido nitroso, subisce una trasformazione biochimica e forma nitrosammine cancerogene specifiche del tabacco, aumentandone di dieci volte il livello ambientale. La nicotina può reagire con l'ozono per formare particelle ultrafini, che possono trasportare sostanze chimiche nocive e passare attraverso il tessuto umano. [6] Gli esseri umani possono essere esposti al fumo di terza mano per inalazione, ingestione o contatto con la pelle e questo ne accentua la pericolosità anche per i fumatori stessi in cui l’inalazione del loro stesso fumo di terza mano equivale a fumare 2,6 sigarette in più al giorno se normalmente se ne fumano 14. BIBLIOGRAFIA: 1. Pediatrics 2009;123(1):e74-9 –Beliefs about the health effects of “thitdhand” smoke and home smoking bans 2. Sleiman M. PNAS 2010;107(15):6576-81- Formation of carcinogens indoors by surface-mediated reactions of nicotine with nitrous acid, leading to potential thirdhand smoke hazards 3. Dhall S. Clin Sci (Lond) 2016 Jul 1;130(14):1269-84 -Tobacco toxins deposited on surfaces (third hand smoke) impair wound healing 4. Karim Z. A. J Cardiovasc Pharmacol. 2015 Dec;66(6):610 -Third-hand Smoke: Impact on Hemostasis and Thrombogenesis 5. Adhami N. PlosOne 2016;11(3):e0149510 -A health threat to bystanders living in the homes of smokers: how smoke toxins deposited on surfaces can cause insulin resisatance 6. Bo Hang Mutagenesis 2013;28(4):381-91 –Thrdhand smoke causes DNA damage in human cells Immagine: Valentina Rossi Desiner |